Il Palazzo Municipale

UFFICI COMUNALI

Sede legale: Palazzo Municipale – via Roma n. 7 – 67020 Acciano (AQ)

Sede provvisoria degli Uffici: via Roma n. 9 – 67020 Acciano (AQ)

Telefono: +39 350 1548892

PEC: accianoaq@pec.it

 


 

Gli Uffici Comunali sono aperti al pubblico tutti i giorni, dal lunedì al sabato, dalle ore 10:00 alle ore 12:00.

Per avere un appuntamento con i responsabili degli uffici o con gli amministratori, o per ogni altra richiesta si invita a telefonare al numero di cellulare +39 3501548892 o ad inviare una mail all’indirizzo poliziamunicipale@comune.acciano.aq.it.

Gli uffici sono raggiungibili anche agli indirizzi mail specificati nelle relative sezioni del sito web.

 

Storia del Palazzo Municipale

A seguito dei danni subiti dal terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915, nel 1917 crolla l’antica sede del Municipio di Acciano situata in centro storico, nel Palazzo Baronale che si ergeva dove oggi è il largo del campanile.

Approvato il progetto di costruzione del nuovo edificio nel Consiglio Comunale dell’11 giugno 1925, il 16 maggio 1927 il Podestà Raffaello Dorotea Rossi nomina direttore dei lavori l’ing. Pier Paolo De Paulis e, a seguito di gara di appalto, il 16 aprile 1928 il Segretario Comunale di Acciano, Guido Giuliani, alla presenza dei testimoni Domenico Accili (padre del futuro Senatore della Repubblica Achille) e Don Sante Accili, parroco di Acciano, stipula il “Contratto di appalto dei lavori di costruzione della Casa Comunale di Acciano” tra il Comune di Acciano, rappresentato dallo stesso Podestà, e l’impresa vincitrice della gara, per un importo pari a Lire 227.753,58 al netto del ribasso d’asta.

Il certificato di corretta esecuzione dei lavori reatto dall’Ufficio del Genio Civile porta la data del 22 gennaio 1929: da allora lo stesso Palazzo ospita la sede della municipalità accianese.

Il Palazzo Municipale è sito nel luogo dove una volta sorgeva la Chiesa di Santa Barbara, demolita proprio per la costruzione del nuovo edificio con l’obbligo che sarebbe stata ricostruita su di un’area vicina e trasformata in area votiva ai Caduti.

Tale ricostruzione, pure più volte sollecitata dal parroco don Sante Accili, non ha luogo per motivi burocratici testimoniati da ampio carteggio.

Negli anni ‘60 è costruito il nuovo Monumento ai Caduti di tutte le Guerre e sul Lavoro in piazza Municipio e nella nicchia centrale è stata posta una statua in pietra proprio di Santa Barbara, protettrice anche degli artiglieri e dei minatori, probabilmente proveniente proprio dall’antica chiesa demolita.

Vista l’assenza ad Acciano di un luogo sicuro desinato a rifugio in caso di calamità e l’inagibilità della Chiesa dei SS. Pietro e Lorenzo a seguito del sisma del 2009, il 23 dicembre 2019 è inaugurata una sala polifunzionale in località “Capo l’Aia”, proprio dietro il Palazzo Municipale, utilizzata per il momento come luogo di culto provvisorio e intitolata proprio a Santa Barbara, a memoria di quanto accaduto quasi un secolo prima sempre per le conseguenze di un sisma.

In parte tratto da: “Comune di Acciano: istituzione e alcune sue amministrazioni”, Silvio Di Giacomo, 2010.

 

La Sala Consiliare “M.O.V.M. Silvio Di Giacomo”

Dopo essersi riunito per decenni nell’ampio atrio al primo piano, dagli anni ’90 il Consiglio Comunale si riunisce nella sala al piano terra intitolata alla Medaglia d’Oro al Valore Militare Silvio Di Giacomo – Sergente maggiore del Battaglione L’Aquila del IX Reggimento Alpini, accianese, valorosamente caduto a Kristobasileo, sul fronte greco, l’11 novembre 1940.

La Sala, oltre al ricordo della “Medaglia d’Oro” (come gli accianesi ricordano ancora affettuosamente il loro eroe di appena 25 anni), ospita anche una delle riproduzioni originali del cosiddetto “Trittico di Beffi“, opera dei primi del XV secolo raffigurante una Madonna con Bambino in trono e angeli, la Natività di Gesù, i Funerali della Madonna e l’Incoronazione di Maria Vergine.

Il Trittico, proveniente probabilmente dalla Collegiata di Santa Maria del Ponte ma così rinominata essendo stata spostata in treno partendo proprio dalla Stazione ferroviaria di Beffi, è stata trasferita dopo il terremoto del 1915 alla Real Soprintendenza alle Gallerie e ai Musei per poi essere aggregata alla collezione del Museo Civico dell’Aquila e qui è stata attribuita ad un seguace di Taddeo di Bartolo (insigne esponente della pittura senese a cavallo tra il Trecento e il Quattrocento), detto Maestro del Trittico di Beffi o di San Silvestro ritenendosi lo stesso autore degli affreschi della tribuna della Chiesa aquilana.

L’originale, selezionata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali come “ambasciatrice della cultura italiana nel mondo” e per questo esposta anche all’estero, è in esposizione al MuNdA, Museo Nazionale d’Abuzzo dell’Aquila.

 

Pagina aggiornata il 24/03/2021

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